Sulla termodistruzione dei rifiuti a Bra

di Gianni Rinaudo

9 ottobre 2004

Quelle di Dallorto e Gallo, in relazione alla termodistruzione dei rifiuti, sono parole in libertà su un argomento che riferito a Bra denotano una carenza di conoscenza ambientale del territorio braidese da far spavento.
Poveri noi!!

Non può essere solo il ritorno economico a dettare le linee della programmazione comunale in relazione ai rifiuti.
La salute dei cittadini è un valore primario per tutti. La salute dei cittadini è il valore economico più importante soprattutto per un Amministrazione che si definisce d’ispirazione cristiana ed i cui componenti frequentano nella stragrande maggioranza la Chiesa.

Pensare al termodistruttore nel territorio di Bra lo si può fare solo se si è miopi o peggio…
Una cosa sono le ipotetiche 8000 tonellate annue di scarti industriali che bruciano le due aziende – danno lavoro a più di 1000 persone – un’ altra sarebbero le 120 mila tonnellate di rifiuti annui – è la capacità di un medio termodistruttore – e i circa 14000(quattordicimila) camion, sempre all’anno, che percorrendo le strade di Bra porterebbero la spazzatura da bruciare.

Un tale impianto, dai costi vertiginosi – 300 miliardi di lire -, darebbe al massimo lavoro a 15-20 persone.
Per l’aria di Bra significherebbe la morte totale: Bra non è Parigi, nemmeno Faenza e tanto meno Cremona.
Bra è posizionata in una conca che favorisce il ristagno atmosferico in modo impressionante.

Il Circolo Legambiente è contrario alla costruzione del termodistruttore dei rifiuti ed attiva già sin d’ora ogni sua risorsa e competenza per ostacolarne l’eventuale progettazione.

Inoltre il Circolo Legambiente Bra invita l’Amministrazione civica ad occuparsi con solerzia della riduzione delle polveri sottili nell’atmosfera anche, ma non solo, per ottemperare alla legge dello Stato Italiano che impone entro il primo gennaio 2005 il rispetto di alcuni parametri che l’aria di Bra supera e di molto nel corso dell’anno.

Gianni Rinaudo
Pres. Circolo Legambiente Bra

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